Pola (in croato Pula ) è la principale città dell’Istria.
Pola è sempre stata una città portuale importante. Tra le attività industriali prevalenti, l’industria alimentare, i cantieri navali e i cementifici.
Il monumento più importante è l’Arena di Pola (anfiteatro romano), che funge anche da simbolo per la città.
L’ anfiteatro , destinato alla lotta degli uomini e degli animali, venne costruito sotto l’ imperatore Vespasiano, nel I sec. dopo Cristo. E’ di forma ellittica, di dimensioni 130 X 105 m circa , altezza 32 m. Per grandezza è al sesto posto tra gli anfiteatri al mondo.
L’arena, in cui si tengono tuttora concerti (addirittura una edizione del FestivalBar italiano), poteva ospitare oltre 20.000 persone, mentre adesso ne può ospitarne circa 5.000.
L’arena è in buono stato e merita assolutamente una visita, dopo aver pagato un modico biglietto per l’ingresso.
Oltre all’Arena degni di interesse sono l’Arco dei Sergi e il Tempio di Augusto costruito tra l’ anno 2 prima di Cristo e il 14 dopo Cristo.
L’arco dei Sergi ha il fornice alto 8 metri e largo 4,5 metri, ed è fiancheggiato da colonne corinzie binate e scanalate. Si tratta di un arco onorario per la famiglia Sergia, fatto costruire con mezzi propri da Salvia Postuma, una dama romana che lo dedicò al marito Sergio ed al cognato. La stessa dedica specifica ” …. da sua pecunia”.
Storia della città di Pola
La storia della città di Pola è complessa e affascinante. Fu città romana e, successivamente, bizantina. Nel 1177 si costituì in libero comune; successivamente (1331) fece parte della Serenissima Repubblica di Venezia per quasi cinque secoli; subì anche un terribile assedio da parte dei genovesi nel 1379.
Dopo il Congresso di Vienna fu assegnata all’Impero Austriaco il quale, in seguito agli eventi del 1848-49 e alla cessione della Venezia all’Italia del 1866, ne fece una base navale militare di primaria importanza a partire dalla costruzione dell’Arsenale iniziata nel 1853 e con i vari potenziamenti del porto. Nell’arco di meno di mezzo secolo Pola, che nella prima metà dell’Ottocento non arrivava a contare 18000 anime, si trasformò in una vera e prorpia metropoli arrivando a più di 41000 verso la fine del Secolo.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale venne dichiarata “Zona di guerra” ed una parte dei suoi abitanti di etnia italiana venne internata nei Barackenlager della Stiria. Vi furono molte incursioni italiane sia aeree, che portarono a vari bombardamenti, sia di mezzi d’assalto della Regia Marina in una delle quali venne fatto prigioniero e poi giustiziato sul patibolo della città il 10 agosto 1916 il patriota capodistriano Nazario Sauro.
Nel novembre del 1918 l’Austria cedette la propria flotta agli slavi i quali, una volta costituito un proprio Comitato dipendente da Zagabria tentavano in tutti i modi di opporsi alla volontà della popolazione che voleva l’annessione all’Italia.
Conseguentemente a tale fatto la città venne liberata a partire dal 5 novembre 1918 da milizie italiane sbarcate nella vicina Fasana, allontanando gli slavi che con la forza volevano impossessarsi ad ogni costo della città (compiendo anche vari linciaggi prima dell’arrivo dei soldati italiani) e venendo accolti festosamente dalla città imbandierata di tricolori.
Dopo la guerra passò sotto la sovranità italiana fino all’8 settembre 1943. Per due anni fu di fatto annessa alla Germania nazista sino la fine del conflitto, quando fu conquistata dall’esercito di Tito. Nel 1947 venne assegnata alla Jugoslavia e dal 1991 fa parte della Repubblica croata.
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