Fiume (in croato Rijeka) è il principale porto della Croazia, situato nel Golfo del Quarnero, una rientranza del Mare Adriatico.
Ha 154.043 abitanti (2005), ed è la terza città della Croazia. È il capoluogo della Contea litoraneo-montana (Primorsko-goranska Županija), sede universitaria e arcivescovile
Storia della città di Fiume
Dai Romani agli Asburgo
Il posto dell’odierna città era anticamente abitato dalla tribù illirica dei Liburni: conquistato dalle legioni dell’Impero Romano nel 60 a.C. fu fondato il municipio con il nome di Tarsatica.
L’antica Tarsatica fu conquistata nel 600 circa dai Croati che nei pressi della foce del fiume Rječina (Eneo o Fiumara in italiano e Fiumara in fiumano, il dialetto della lingua veneta parlato dai fiumani di etnia italiana) fondarono un borgo detto Rijeka. La città passò sotto il successivo controllo franco, croato e del vescovo di Pola dal 1000: in questo periodo la città si governò da comune autonomo raggiungendo una notevole prosperità commerciale favorendo anche l’immigrazione di mercanti italiani. Fiume poi diventò ungherese prima di finire all’Austria degli Asburgo nel 1471.
Nel XVII secolo il commercio fiumano si estese sino in Puglia quindi aumentò l’immigrazione marchigiana e veneta. La Repubblica di Venezia, che fu una forza importante nella zona, non ne ebbe mai il controllo ma la distrusse due volte.
Tra le tante lingue parlate in città si usò, sino la fine della seconda guerra mondiale, il fiumano, ossia il veneziano “de mar”, del quale esiste anche un dizionario fiumano/italiano ed è una lingua tuttora parlata in prevalenza dai fiumani ultra cinquantenni poiché le generazioni successive, quando usano l’idioma materno, tendono a servirsi prevalentemente dell’Italiano comune. Ma la lingua originale di Fiume, che ne implica la sua latinità originaria era il quarnerino, dialetto della lingua friulana, parlato fino a pochi decenni orsono.
Costituita come porto franco nel 1719, Fiume passò durante il XVIII e il XIX secolo da mano austriaca a francese, di nuovo austriaca, quindi croata ed ungherese sinché venne unita a quest’ultimo regno per la terza e ultima volta nel 1870.
Il notevole sviluppo portuale, l’espansione generale dei commerci internazionali, il collegamento della città (1873) alle ferrovie austriache e ungheresi, contribuirono alla rapida crescita demografica: dai 21.000 abitanti del 1880 ai 50.000 del 1910.
La prima guerra mondiale e la questione di Fiume
La sconfitta dell’Impero Austro-Ungarico nella prima guerra mondiale e la sua conseguente disintegrazione portarono alla costituzione di due amministrazioni rivali (italiana e croata), in quanto sia l’Italia sia il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (la futura Jugoslavia) rivendicavano la sovranità sulla città.
Dopo una breve occupazione italiana, una forza internazionale anglo-franco-statunitense occupò la città (novembre 1918) quindi il suo futuro venne discusso alla conferenza di pace di Parigi (1919).
L’Italia avanzava le sue pretese sulla base del fatto che gli Italiani erano in maggioranza all’interno della città, anche se erano una lieve minoranza nel territorio. Tra le minoranze i Croati rappresentavano quella più significativa mentre erano lievemente in maggioranza nell’area circostante, compresa la vicina città di Sušak (in italiano Sussak, oggi parte integrante di Fiume/Rijeka).
Reggenza Italiana del Carnaro e annessione all’Italia
I negoziati si interruppero bruscamente con la presa della città, il 12 settembre 1919, da parte di una forza irregolare di nazionalisti italiani composta da circa 9.000 cosiddetti legionari, guidati dal celebre poeta Gabriele d’Annunzio, i quali fondarono uno Stato definito Reggenza Italiana del Carnaro.
L’ispirazione ideologica nazionalista di tale Stato lo ha fatto considerare da alcune correnti storiografiche come un possibile modello di riferimento per il regime fascista in Italia, che riprese alcuni dei suoi aspetti. Alcuni storici sostengono che i primi ad adottare il saluto romano furono proprio l’immaginifico scrittore e i suoi seguaci a Fiume; l’italianità della città era rivendicata con orgoglio dagli stessi abitanti, i quali erano per la maggior parte italiani (46,9%, per la lingua usata, nei risultati del censimento austriaco alla vigilia della guerra; il restante 53,1% era diviso in varie etnie).
Correnti storiografiche più recenti e più approfondite (Francescangeli, Salaris, …) rivalutano invece il contenuto Libertario e Democratico della Libera Repubblica di Fiume, la cui costituzione fu redatta da Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario e sarebbe più avanzata in senso democratico e progressista della stessa Costituzione Italiana.
Lo stesso Lenin appoggiò la Reggenza dannunziana, vedendo nel suo capo un possibile capo rivoluzionario per le masse italiane oppresse (la fonte più sicura di questo dato storico è la rivista dei bersaglieri Fiamme Cremisi). L’appoggio leninista venne ricambiato: la Reggenza del Carnaro fu infatti il primo Stato al Mondo a riconoscere l’Unione Sovietica. Occorre anche ricordare che il mercantile Persia con 1300 tonnellate di armamenti da portare ai controrivoluzionari russi fu abbordato dal capitano Giulietti e “gli uscocchi” di d’Annunzio e fu dirottato a Fiume, accolto dal d’Annunzio stesso con tutti gli onori.
Il fascismo s’impossessò del mito e del simbolismo di Fiume, come si impossessò dei simboli degli Arditi d’Italia (certo una frangia confluì nei fascisti ma indubbiamente fu assai minoritaria, anche se ovviamente più celebrata ed osannata, vista la vittoria del fascismo). Ma Fiume fu anche il brodo di coltura dove si formarono gli Arditi del Popolo.
Con il ritorno al governo in Italia del socialista Giovanni Giolitti, nel giugno 1920, l’atteggiamento ufficiale dell’Italia nei confronti dello Stato costituitosi a Fiume si indurì.
Il 12 novembre, Italia e Jugoslavia conclusero il Trattato di Rapallo, che faceva di Fiume uno Stato indipendente, secondo un regime accettabile a entrambe le parti, stabilendo quindi la libera elezione di un’assemblea costituente della città stato.
La risposta di d’Annunzio fu stravagante: la sua dichiarazione di guerra all’Italia provocò un bombardamento, da parte delle Forze Armate italiane, che lo indusse a consegnare la città alla fine dell’anno; la battaglia dei legionari italiani contro i governativi italiani, comandati dal generale Enrico Caviglia, iniziò il 24 dicembre e durò cinque giorni definiti dallo stesso Vate il Natale di Sangue; alla fine si contarono decine di morti tra militari e civili oltre numerosi feriti. Le truppe italiane entrarono in Fiume nel gennaio 1921.
L’elezione dell’assemblea costituente diede agli autonomisti il 65% dei voti quindi l’8 ottobre fu composto un governo presieduto da Riccardo Zanella che tuttavia non fu in grado di por fine alla contesa. Un tentativo di presa del potere da parte di nazionalisti italiani venne represso dall’intervento del competente questore reale italiano e una breve occupazione da parte di fascisti locali, nel marzo 1922, finì con una terza occupazione militare italiana. Sette mesi dopo a Roma Benito Mussolini diventò capo del governo. L’Italia s’avviava verso il regime fascista, il 3 novembre gli squadristi occuparono la città senza scontrarsi con i militari italiani.
Un periodo di acrimonia diplomatica si chiuse con il Trattato di Roma (27 gennaio 1924), che assegnò Fiume all’Italia e Sušak con altre frazioni alla Jugoslavia, con un’amministrazione portuale congiunta. La formale annessione italiana (16 marzo 1924) inaugurò 20 anni di governo italiano della provincia del Carnaro, seguiti da 20 mesi di occupazione militare nazista. Il confine fu portato all’Eneo.
L’annessione alla Jugoslavia
L’epilogo della seconda guerra mondiale vide ancora una volta il destino della città determinato da una combinazione di forza e diplomazia.
Questa volta le truppe jugoslave avanzarono ai primi di maggio del 1945 fino a Trieste, Fiume fu presa il 3 maggio, quindi la situazione fu formalizzata dal Trattato di Pace di Parigi dalle forze alleate il 10 febbraio 1947: i diplomatici presero atto dello stato di fatto.
Nel giugno 1991, in seguito alla guerra e secessione della Jugoslavia, Fiume divenne croata.
Nessun prodotto trovato.