Ragusa (in croato Dubrovnik) è una città della Croazia meridionale situata lungo la costa della Dalmazia.
La città, che ha lungamente mantenuto la sua indipendenza come quinta repubblica marinara italiana, vanta un centro storico di particolare bellezza che figura nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO e che le è valso il soprannome di “perla dell’Adriatico”.
Ragusa è il capoluogo della contea raguseo-narentana, nonché la maggiore città della Dalmazia meridionale.
La città di Ragusa è stata fondata originariamente su un’isola rocciosa e poi collegata alla terraferma mediante interramento di un sottile braccio di mare (che corrisponde oggi alla parte pianeggiante della città). Le fortificazioni attuali risalgono al XVII secolo, quando in seguito ad un devastante terremoto la città venne ricostruita quasi interamente.
Dal punto di vista urbanistico, il centro storico (che è tassativamente pedonale) è diviso a metà da un lungo stradone lastricato (detto appunto Stradun) che termina in prossimità del porto e lungo il quale si affacciano i palazzi più significativi della città.
Storia della città di Dubrovnik
La città di Ragusa venne fondata col nome di Ragusium nella prima metà del VII secolo ad opera degli abitanti della vicina città di Epidaurum (l’attuale Ragusavecchia o Cavtat) in fuga dalle invasioni degli Slavi e degli Avari. Successivamente, la città entrò sotto la protezione dell’Impero Bizantino ed iniziò a sviluppare un fiorente commercio nell’Adriatico e nel Mar Mediterraneo orientale. Nel XI secolo Ragusa era ormai una florida città mercantile e grazie ad alleanze con altre città poté svilupparsi ulteriormente come repubblica marinara, la quinta dopo Venezia, Amalfi, Pisa e Genova.
Caduta Costantinopoli durante la IV Crociata (1204), la città passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia e tale rimase, seppur con brevi interruzioni, fino al 1358. In questo periodo Ragusa mutuò dalla Serenissima il proprio assetto istituzionale.
Approfittando della sconfitta dei Veneziani per mano dell’Ungheria, Ragusa si sottomise formalmente a quest’ultima in cambio di un tributo annuale, garantendosi tuttavia una fattuale indipendenza. Ottenuta in questo modo la libertà, Ragusa iniziò a prosperare grazie ad una spiccata attitudine mercantile ed all’abilità dei suoi governanti. Nel giro di pochi decenni la città divenne un primario centro commerciale e culturale e giunse a rivaleggiare con la Serenissima Repubblica di Venezia. Neppure il declino della potenza ungherese (battaglia di Mohács, 1526) riuscì a scalfire la prosperità di Ragusa: la città si diede, così come aveva fatto con gli ungheresi, all’Impero ottomano e preservò ancora una volta, tramite il pagamento di un tributo, la sua sostanziale indipendenza.
Col XVII secolo iniziò per la città un lento quanto inarrestabile declino, dovuto sia alla scoperta dell’America (che tagliò fuori il Mediterraneo dalle principali rotte commerciali), sia soprattutto al catastrofico terremoto del 6 aprile 1667, che rase al suolo gran parte della città facendo 5.000 vittime.
Ragusa risorse velocemente dalle macerie dotandosi di un impianto urbanistico moderno grazie all’attività di molti scalpellini provenienti dalle antistanti Puglie, ma la ripresa fu parziale e di breve durata. La città venne sempre più a dipendere dal gioco delle potenze straniere e poté conservare la sua indipendenza solo grazie alla sua modesta importanza, finché non venne occupata dalle truppe austriache e poi napoleoniche.
In seguito all’arrivo di queste ultime l’amministrazione francese la riconobbe parte del Regno d’Italia anche se l’antica repubblica ragusea ufficialmente scomparve solo nel 1808, tanto che nel 1807 la coalizione austro-russa prevedeva d’includerla in una Federazione italica nel quadro di una riorganizzazione dei territori invasi dal Bonaparte che allora si prospettava qualora egli fosse stato vinto. Venne annessa alle Province Illiriche nel 1809.
Assegnata definitivamente all’Austria con il Congresso di Vienna (1815), Ragusa fu unita alla Provincia della Dalmazia e rimase per un secolo sotto il dominio degli Asburgo. La dominazione austriaca influì sul risveglio nazionale della popolazione croata dopo che quella italiana aveva dato particolari segni di sentimento risorgimentale con le associazioni carbonare ed i moti del 1848. Bisogna ricordare che fino agli anni ’20 del ‘900 l’italiano era una lingua ampiamente parlata in tutto il centro storico, retaggio delle antiche statuizioni che considerarono prima il latino e poi l’italiano come lingua ufficiale della Repubblica.
Anche una forte minoranza serba viveva da secoli in città, tanto che in occasioni di qualche elezione locale il partito autonomista filoitaliano si alleò col partito serbo in funzione anticroata. Nel 1919 Ragusa divenne parte del neonato Regno di Jugoslavia e successivamente, dopo la seconda guerra mondiale, della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
In seguito alla dissoluzione di quest’ultima ed alla successiva guerra in Jugoslavia, la città si trovò quasi sulla linea del fronte ed il 6 dicembre 1991 venne bombardata dalle forze armate serbe dalle montagne alle spalle della città. Le bombe causarono molte vittime e non risparmiarono neppure il centro storico, che venne notevolmente danneggiato.
Con la fine delle ostilità la città si è velocemente ripresa ed ha ripreso infine la sua vocazione culturale e turistica.
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